Secondo l’AIMAR (Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie) sono oltre 10.000.000 le persone con problemi respiratori
L’aria che respiriamo contiene circa il 21% di ossigeno, conosciuto anche sotto il simbolo O2.
Contrariamente a quanto potremmo pensare, questa cifra rimane costante, sia che ci troviamo nella foresta, in montagna, sulla riva del mare oppure in una grande città. Oltre all’ossigeno, l’aria presenta il 78% di azoto, circa l’ 1% di gas rari e lo 0,04% di anidride carbonica conosciuta anche con il nome di gas carbonico e con il simbolo CO2. Contiene anche una quantità variabile di sostanze inquinanti e vapore acqueo.
Il Prof. Raymond Lautie afferma:
“L’uomo entra in ipossia (diminuzione della quantità d’ossigeno distribuita ai tessuti dal sangue) se respira per troppo tempo un’aria il cui tasso di anidride carbonica supera lo 0,06%. È quanto avviene oggi, in numerose vie urbane il cui tasso di anidride carbonica raggiunge lo 0,09%, lo 0,11% e, talvolta anche lo 0,14%. Di conseguenza, il pericolo di ipossia in zone urbane o industrializzate dipenderebbe da un eccesso di anidride carbonica piuttosto che da una mancanza di ossigeno.”
Una buona ossigenazione dipende dunque soprattutto dalla capacità di assimilazione dell’ossigeno da parte dell’insieme dei nostri tessuti e delle nostre cellule.
In altri termini, se avete difficoltà a respirare in una grande città nelle ore di punta, questo non è dovuto a una mancanza di ossigeno, ma all’eccesso di anidride carbonica e di altri gas tossici.